Ecosostenibilità applicata ai fornelli
Tutti noi siamo abituati a parlare di “eco- sostenibilità”
applicata alla vita di tutti i giorni facendo riferimento a mezzi di trasporto,
riscaldamento e architettura; sviluppo sostenibile, protezione del verde e
raccolta differenziata. Molti però ignorano che il concetto di
ecosostenibilità, insieme a quello di autoproduzione, può essere un
validissimo principio adoperato anche in cucina. È così che nasce infatti la
cosiddetta “cucina green”, ovvero l’arte culinaria che predilige il consumo di alimenti autoprodotti
appunto in maniera del tutto naturale, riducendo gli scarti al minimo
indispensabile, se non proprio a zero. Saper cucinare infatti non significa
soltanto saper preparare piatti prelibatissimi e potenzialmente costosi, o
affiancare e mixare cibi e culture distanti tra loro, per dare vita a sapori
completamente nuovi. Il giubilo del palato infatti può derivare anche dalla
commistione di originalità, qualità, sicurezza ed impatto ambientale che
tutto questo comporta. E non stiamo parlando semplicemente di alimenti
biologici o di cibi senza additivi, conservanti e quant’altro.
Per cucinare veramente “sostenibile”, occorre tener presente
la complessità della filiera alimentare dal ciclo produttivo a quello
distributivo, fino allo smaltimento: solo così potremo scegliere
consapevolmente cosa mettere nel nostro carrello. Allora quali sono i cibi
veramente sostenibili? Sicuramente quelli che viaggiano poco: equivale a dire
prodotti locali e non di serra, ma di stagione, con pochi imballaggi e poco
elaborati, senza conservanti, coloranti e additivi. Non dimentichiamo però che
quando siamo davanti ai fornelli dovremmo preoccuparci di cosa consumiamo, ma
soprattutto di cosa buttiamo via: si pensi che 1/3 del cibo prodotto al mondo
per il consumo mondiale (circa 1,3 miliardi di tonnellate) viene annualmente
perduto o sprecato. Un vero peccato! Eppure basterebbe provare ad intervenire
progressivamente sul proprio stile di vita attraverso piccoli accorgimenti, un
po’ di applicazione e un minimo di ragionamento per preparare i nostri piatti
nel modo meno “impattante” possibile.
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