INTERVISTA
nome: Francesco
nome d’arte: in molti pensano Cisky, ma in realtà l’arte conta ben poco
cognome: Gabriele. E qui l’arte c’entra molto di più. E anche il Dna
età: il prossimo aprile ne compio 33. La data è importante, l’età pure…
speriamo bene!
cosa fai nella vita: spesso mi chiedo cosa fa la vita in me e quasi sempre
mi rispondo che fa grandi cose. Grandi e belle cose. Diciamo che conosce i miei
gusti…
definisci l’arte: qualcuno diceva di non sapere cosa fosse la poesia, ma di
riconoscerla ogni qualvolta la sentiva. E allora ecco l’arte annidarsi nella
cavità di un’orecchietta fatta a mano, nella teatrale gestualità di un
venditore di aspirapolveri, in un calcio di punizione. Arte è donare, è
perdonare, è ridere e suonare
cos’è la pittura: la pittura è quella cosa che spesso si compra in
barattoli di vetro e che a volte si rivende in quadrati, rettangoli e ovali di
quel cazzo che ti pare
come hai iniziato: ho iniziato riproducendo con i pennarelli le copertine
dei Topolino, sui cartoncini che trovavo nelle confezioni dei collant di mia
madre. Avrò avuto 5 anni e già soffiava il controverso vento del Pop
cosa ti ispira: i dialoghi dei passeggeri sul treno, al supermercato, su
facebook; i silenzi di chi abita il deserto; i canti tribali; l’oceano, l’adriatico;
la pubblicità; tutto ciò che fa battere il cuore, girare la testa e bruciare lo
stomaco
quali sono le difficoltà di questo mondo: le difficoltà di questo mondo?
Credo che nascano quasi tutte da una mancanza di fondo: l’incapacità di
“sentire”, di immedesimarsi, di tendere la mano e l’orecchio a chi abbiamo di
fronte. Siamo riusciti, nel tempo, a tagliare quei fili invisibili che da
sempre interessavano le vite di noi fratelli. Siamo sempre meno fratelli, siamo
sempre più “wireless”.
descrivimi la scena artistica barese: ritengo che Bari sia una città sempre
ricca di fervore e buone intenzioni. Purtroppo però resta sempre quel senso di
strana incompletezza forse dettato dall’attitudine, che molti creativi hanno,
ad attendere che siano le istituzioni a dar loro spazi ed incentivi all’arte. È
plausibile, è giusto, ma quando questo non accade, è inutile autocensurarsi: è
il momento di far fiorire le proprie idee, per strada, senza convenzioni, con
l’audacia dettata dall’amore per se stessi e per la propria città
cosa manca alla nostra città: credo che alla nostra città non manchi
proprio nulla; piuttosto penso che a molti dei nostri amati cittadini manchi
proprio questa consapevolezza
cos’è murart: MurArt è stato un esperimento perfettamente riuscito, finalizzato
a fondere armonicamente le reti dell’arte e del commercio, attraverso una serie
di iniziative dinamiche, propositive e a tratti molto coraggiose. Bravi tutti!
dalla galleria alla strada, qual è la differenza: le strade non hanno
target, le strade sono strade , sono come i fiumi, ci scorre la vita dentro…e
poi i passanti, questi lampi, “trailer” dei film che rappresentano a questo
mondo. La strada è una galleria ma senza inviti, senza aperitivi, senza dress
code, senza pareti. E allora per me il paragone non regge… e non è un caso se
già dal 7 dicembre e fino al 23 sarò ancora una volta in via Sparano con i miei
cavalletti, dove, almeno per me, tutto ebbe inizio.
progetti futuri: come dicevo, c’è la consueta esposizione natalizia di via
Sparano. Dopodiché lavorerò intensamente alla decorazione di un B&B che
sorgerà a Taranto e poi mi dedicherò all’esposizione personale presso il
prestigioso ex palazzo delle Poste, qui a Bari, organizzata dalla Provincia e
dall’Università degli Studi, nonché premio per essermi classificato primo al
concorso indetto da MurArt.
cosa ti aspetti da questa intervista: non mi aspetto qualcosa di
particolare, so solo di aver risposto alle vostre domande con l’entusiasmo e
l’innata esigenza comunicativa che spero di non perdere mai. Quindi, in una
sola parola: grazie!
ci lasci il tuo n° di telefono? dovessi diventare famoso… eheh… il numero
ve lo scordate, ma giacché ci sono, potrei lasciarvi questo ad esempio:
facebook.com/ciskypop
vuoi aggiungere qualcosa? Voglio aggiungere che mi piacerebbe fossimo in
tanti ad aggiungere qualcosa, anche perché a sottrarre si rischia di restar
soli. E poveri. Felice e luminosa vita a tutti noi.
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