mercoledì 18 dicembre 2013

QUALITA’ DELLA VITA IN CALO A BARI E AL SUD


Si sa che i conti si fanno alla fine. E pure gli oroscopi (pardon: previsioni). Come ogni anno, il Sole24Ore ha pubblicato un ricerca sulla Qualità della vita delle 107 province italiane (tra cui però non compare la BAT). In attesa di sapere che fine faranno proprio le Province in quanto istituzioni, travolte dalla iconoclasta furia della Spending Review all'italiana, proviamo a leggere le performance delle province pugliesi, per aprire un minimo di dibattito in vista dei prossimi impegni istituzionali-elettorali del Comune di Bari e non solo. Persuasi dalla perdurante validità della legge "conoscere per decidere", ma  soprattutto consci della naturale difficoltà del cittadino medio ad analizzare statistiche e rapporti; nella speranza che classe politica e ceti economici contrappongano l'ottimismo della volontà al pessimismo della ragione.
Le previsioni, ovviamente, non ci competono, e ancor meno gli oroscopi.
Partendo dal risultato finale, le 5 province pugliesi sono agli ultimi posti nella graduatoria della ‘qualità della vita’ complessivamente intesa, naturalmente, insieme alla maggior parte delle province meridionali, anche se Bari annota un leggero miglioramento.
Tuttavia la suddetta classifica è data da un aggregato di indicatori socio-economici di varia natura: dal tenore di vita al settore Servizi, ambiente e salute, dalla Sicurezza al Lavoro. Per esempio, se parliamo di ricchezza prodotta, ossia la quota di PIL pro capite, per il 2012 Bari è al primo posto tra le province pugliesi (con un reddito  di € 16.798,99) ma solo all’80esimo su scala nazionale. Meglio invece la variazione dell'andamento dei consumi che, con un magro +0,865% rispetto al 2010-2012, ci sospinge al 41esimo posto: segnale evidente che l'economia stenta a crescere mentre il costo della vita aumenta.
La graduatoria Affari e Lavoro ci dice che la propensione dei baresi all’investimento è abbastanza bassa, con appena 9,20 aziende per ogni 100 abitanti registrate nel 2013. Anche riguardo l'Export, sebbene terzi in Puglia, produciamo solo il 14,58% del PIL nazionale. Bassi i voti in pagella in materia di Servizi, ambiente e salute, nonostante il posto 27/107 in infrastrutture.
A salvarci è il Clima, per cui la nostra posizione, non solo geografica, è premiante e ci vede 24esimi insieme a Lecce e Roma. Chiaro il suggerimento: puntare sull'economia integrata dei servizi di qualità legati all'ambiente, al territorio, al turismo agroalimentare ed enogastronomico, all’arte e alla cultura. A buon intenditor…
Sulla Sanità- stando ai dati dell’autorevole fonte- non ci possiamo lamentare, ma non possiamo dire altrettanto per i servizi all'infanzia: evidentemente qui da noi funziona ancora benissimo "l'asilo della nonna" (che bella invenzione, i nonni!).
La popolazione è diminuita tanto da risultare quasi più i cancellati che gli iscritti all’anagrafe; e anche nel complessivo trend dei delitti, la performance è negativa rispetto all’anno precedente. Scarsi nel Tempo libero: per ogni 100mila abitanti, abbiamo meno librerie di Lecce, Foggia, Taranto; circa 3 cinema e 440 esercizi di ristorazione e bar. Troppo pigri persino nelle attività di volontariato e nello sport. 
Questi i numeri, piuttosto impietosi. Diamoci da fare, quindi, perché -lo sappiamo tutti- quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.
Buone feste a tutti.

Antonio Console

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