venerdì 7 febbraio 2014

IL TERRITORIO È DI CHI LO ABITA


Le amministrative si avvicinano, da un paio di mesi i candidati vanno in giro diffondendo a destra e a manca la loro “parola” e avanzando sotto l’egida del “prometto che”. Non per fare polemica, ma questa briga non attacca più. Quello che ci vorrebbe veramente è un cambia-mento radicale, basato innanzitutto su un ap-proccio diverso ed innovativo alla gestione stessa della “cosa” pubblica. E in una città i cui cittadini sono bravissimi a lamentarsi, bisogna fare di necessità virtù e trasformare quelle lamentele in concrete occasioni per possibili aggiustamenti e miglioramenti. Senza andare troppo oltre, tanto per cominciare è palese che non ci sono abbastanza collegamenti tra cittadini ed amministrazione effettiva; e quelli che ci sono comunque non bastano o risultano inadeguati. Basta guardare l’intasatissima bacheca Facebook del sindaco Emiliano, per rendersene conto. Tuttavia quella dei social network è un’arma a doppio taglio che, se usata bene, può senz’altro dare i suoi frutti. Se riprendiamo la fa-mosa twittata del mese scorso infatti, non possiamo non evidenziarne la risonanza avuta a livello nazionale: il che dimostra l’immensa potenzialità degli strumenti di cui disponiamo. Alla luce di quanto detto, sorge spontanea una domanda: perché non utilizzare questi stessi strumenti, banalissimi e ormai all’ordine del giorno, per far sì che i cittadini tornino ad essere protagonisti attivi, operativi e cooperativi nella crescita della loro città Immaginate, ad esempio, una piattaforma che consenta veramente di prendere parte alla gestione della vita nei quartieri; dove ognuno possa evidenziare disagi e criticità in tempo reale, fare domande, ma anche dare risposte e delineare possibili soluzioni. Ciò che ne deriverebbe è una sorta di “mappa delle problematiche” che con-sentirebbe non solo di sapere “dove” e “quando”, ma soprattutto di intervenire facendo leva sulle idee e le soluzioni proposte dai cittadini stessi. Ascoltare, capire, coinvolgere e creare; valorizzare le risorse; ridurre gli sprechi e far sì che Bari sia veramente una “smart city”, non solo sulla carta. Capiamo come.

Nessun commento:

Posta un commento