Nella promozione,
nella divulgazione e nello sviluppo della logica del rifiuto, concepito sempre
più nella sua migliore accezione di risorsa capace di favorire contestualmente la crescita economica ed ambientale, l’amministrazione
comunale ha scelto di dar vita ad un progetto improntato alla gestione e alla
valorizzazione dei rifiuti elettronici, nell’ottica di offrire alla “città
giovane” delle soluzioni innovative in materia di riutilizzo. Si chiama Brand:Gnu e di fatto, attraverso la
rigenerazione, punta a recuperare i personal computer dismessi dal Comune,
destinandoli a proposte progettuali con finalità sociali (sedici in tutto,
ideate da associazioni in collaborazione con tutte le circoscrizioni), rivolte
alle fasce deboli della società. Lo scopo è quello di sfruttare al massimo ed ottimizzare il patrimonio informatico
comunale, favorendo al contempo l’alfabetizzazione
informatica di minori a rischio, immigrati, anziani e diversamente abili.
Come funziona? È molto semplice: mentre il Comune di Bari fa spazio a
macchinari nuovi e più potenti, sui “vecchi” pc viene installato un software libero/open source che
consente ai corsisti di accedere liberamente alla conoscenza prescindendo da
tecnologie chiuse o programmi proprietari. L’aspetto più interessante è che
questo tipo di software è perfettamente in linea con lo spirito del progetto, consentendo agli utenti di diventare soggetti attivi e partecipativi nella fase
di apprendimento, grazie ad un approccio didattico in cui ognuno mette a
disposizione le proprie competenze e può contemporaneamente apprendere da chi
gli sta accanto. Al termine delle attività previste, i pc rimarranno ai
corsisti.
Si tratta dunque di una vera e propria lotta a quello che, in gergo, viene
definito digital divide: ovvero il divario digitale tra fasce di
popolazione che per svariati motivi sono ancora escluse dal mondo
dell’informazione digitale e del libero accesso alla stessa. Al momento sono
stati ritirati 250 computer, 102 sono stati rigenerati e 56 consegnati.
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